Dopo il sisma, Jovanotti & co insieme per ricostruire il “domani”

Fonte: “Ffwebmagazine

La canzone dell’anno

di Rosalinda Cappello

Domani 21/04.09. È questa per noi la canzone dell’anno, perché è stata come un miracolo e per il significato che rappresenta. Un miracolo perché è riuscita a raccogliere 56 cantanti italiani, per la maggior parte grossi nomi del nostro panorama musicale, e li ha fatti ritrovare, sembrare, sentire uniti, anche quelli che da un decennio non si parlavano più. Un miracolo perché è riuscita a far convivere interpreti di stili e generazioni diverse, dai Baustelle ad Albano Carrisi, passando per Fabri Fibra e gli Elio e le Storie tese. E poi, Claudio Baglioni, Franco Battiato, Lorenzo Cherubini, Tiziano Ferro, Elisa, Luciano Ligabue, Gianna Nannini, Laura Pausini, Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, Antonello Venditti, Zucchero. C’erano quasi tutti i grandi. Quasi tutti. Ma di quelli che non c’erano non diremo. Un miracolo perché 56 voci diverse avevano a disposizione soltanto 30 versi e, come si sa le star tendono a non accontentarsi di piccole cose. E, invece, questa volta no. Tutti hanno messo a disposizione il proprio nome e le proprie corde vocali anche solo per alcune parole. Un miracolo perché la canzone che ne è venuta fuori – composta di getto da Mauro Pagani, ex Pfm e oggi produttore di successo – è un crescendo di emozioni. Il testo è un susseguirsi di immagini che ci riportano a quel groviglio di impressioni dal quale l’Italia è stata avvinta all’indomani dell’implacabile sisma che in Abruzzo, nella notte tra il 5 e 6 aprile, ha sospeso per sempre la vita di 307 persone. Stati generali della musica, Live aid italiano… L’hanno chiamata così questa reunion. Jovanotti – che con Giuliano Sangiorgi dei Negramaro ha concepito l’idea di un evento di questa portata – presentando l’iniziativa, ha parlato di “arco costituzionale della musica italiana” schierato per un gesto di solidarietà ed è questo l’altro motivo che ci ha portato a scegliere proprio questa come canzone dell’anno. Un gesto simbolico, naturalmente, ma anche la volontà di dare un contributo – con il loro mestiere di cantanti – alla macchina che si è messa in moto fin dai minuti successivi alla terribile scossa delle 3.32 del mattino di quel giorno di primavera. E così il 21 aprile – da qui il titolo – sono entrati in sala di registrazione a Milano e in una maratona di 24 ore hanno messo insieme questo lavoro, allo scopo di raccogliere i fondi per le operazioni di ricostruzione, consolidamento e restauro del Conservatorio “Alfredo Casella” e della sede del Teatro Stabile d’Abruzzo dell’Aquila. È bastato un veloce giro di telefonate tra colleghi, senza le intermediazioni e le complicazioni di segreterie e uffici stampa, e un giorno soltanto per realizzare una canzone gradevole, partecipata, coinvolgente, in onda in tutte le radio italiane a un mese esatto dal sisma. Una grande fetta dell’attuale panorama musicale italiano ha messo in campo uno sforzo simile a una maratona per contribuire, a modo suo, a realizzare qualcosa che somigliasse, anche solo alla lontana, alla fatica dei soccorritori che hanno scavato per ore e ore tra le macerie per salvare fino all’ultima vita che poteva essere strappata alla morte. Una mossa che ha sfidato anche il rischio di scadere nella retorica e nelle accuse di autopromozione che qualcuno avrebbe potuto rivolgere. «Non bastano le lacrime a impastare il calcestruzzo, eccoci qua, cittadini d’Abruzzo… Non siamo così soli a immaginare un nuovo giorno in Italia», cantavano nei sei minuti e trentadue secondi della canzone. E anche se quelle parole avessero potuto suonare retoriche, non importa perché anche la retorica può servire. Il filosofo siriano Libanio, nel quarto secolo dopo Cristo, ha fatto un elogio della retorica come strumento indispensabile della vita politica per la sua forza persuasiva, per la sua capacità di indurre gli uomini alla ricerca del bene e di condizionarne il comportamento con i vincoli della ragione. Ben venga, dunque, la retorica se indica la strada della solidarietà, la via sempre meno praticata del senso civico che, però, tragedie come quella abruzzese o quella più recente del messinese, rinvigoriscono, mettendo in luce l’altro volto del paese. Quello di uomini e donne che in silenzio e giorno dopo giorno si danno da fare con attività di volontariato che riempiono di significato le loro vite, dando un senso profondo e compiuto al loro essere cittadini.

Fosse sempre così, costruttiva, la retorica. E anche questi cinquantasei italiani ce lo hanno ricordato. Cantando.

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Un milione per l’Abruzzo

Fonte: “Ostia News

Il 21 aprile 2009 è stato un giorno importante per la musica italiana: cinquantasei grandi artisti si sono ritrovati agli studi Officine Meccaniche di Milano per registrare una canzone tutti insieme, «Domani 21/04.09 – Artisti uniti per l’Abruzzo». Lo scopo del progetto musicale era raccogliere fondi per sostenere gli interventi di ricostruzione, consolidamento e restauro del Conservatorio «Alfredo Casella» e della sede del Teatro Stabile d’Abruzzo dell’Aquila. Ebbene , a 8 mesi di stanza, «Domani 21/04.09» ha venduto oltre mezzo milione di copie con una previsione di incasso che supera il milione di euro. Entro la metà di febbraio sarà possibile effettuare i conteggi definitivi comprensivi dei dati Siae del primo semestre e il dato Siae generale verrà conguagliato a settembre del 2010. Il singolo termina la sua vita commerciale alla fine del mese di dicembre, verrà ritirato dai negozi e la vendita digitale sarà sospesa. L’operazione si concluderà simbolicamente il prossimo aprile a L’Aquila – a un anno dal terremoto – dove verrà organizzata una conferenza stampa e in questa occasione verranno pubblicamente nominati e ringraziati tutti coloro che hanno contribuito a titolo gratuito al grande successo di «Domani»: radio, tv, catene commerciali, aziende private e naturalmente tutti gli artisti che hanno partecipato. Lorenzo Jovanotti, Giuliano Sangiorgi e Mauro Pagani (anche autore della canzone e produttore artistico) sono gli ideatori del progetto, la produzione esecutiva è stata curata da Marco Sorrentino, la produzione discografica è della Sugar di Caterina Caselli e la distribuzione di Universal. Un ringraziamento particolare va alla Guardia di Finanza di Milano che ha sventato un attacco della pirateria on-line nelle fasi iniziali del progetto. I 56 artisti che hanno partecipato a ‘Domani 21.04.09′ sono: Afterhours, Claudio Baglioni, Franco Battiato, Baustelle, Samuele Bersani, Bluvertigo, Luca Carboni, Caparezza, Albano Carrisi, Caterina Caselli, Casino Royale, Carmen Consoli, Cesare Cremonini, Elio e le Storie Tese, Niccolò Fabi, Fabri Fibra, Giusy Ferreri, Tiziano Ferro, Eugenio Finardi, Frankie Hi Energy, Giorgia, Gianluca Grignani, J Ax, Jovanotti, Ligabue, Malika Ayane, Mango, Gianni Marracash, Morgan, Gianni Morandi, Gianna Nannini, Negramaro, Negrita, Nek Niccolò Agliardi, Pacifico, Mauro Pagani, Giuliano Palma, Laura Pausini, Roy Paci, Piero Pelù, Max Pezzali, Massimo Ranieri, Francesco Renga, Ron, Enrico Ruggeri, Antonella Ruggiero, Sud Sound System, Tricarico, Roberto Vecchioni, Antonello Venditti, Mario Venuti, Zucchero.

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Capodanno Cagliari, non solo Baglioni

Fonte: “L’Unione Sarda

Concerti anche in altre vie della città

di Fabio Manca

A mezzanotte da un pontile mobile davanti al porto di via Roma saranno sparati i fuochi d’artificio a ritmo di musica. Concerti anche in piazza Savoia e in piazza Santa Croce

Forse non ci sarà il pieno di turisti, considerato che la promozione è partita in ritardo rispetto ai tempi di pianificazione dei tour operator. Di sicuro il concerto di Capodanno in via Roma attirerà qualche decina di migliaia di sardi. «Venticinque-trentamila», quantifica il comandante della Polizia municipale Mario Delogu, che ha predisposto per la serata una task force con 120 uomini per garantire la sicurezza stradale.

Certo, Claudio Baglioni è un nome in grado di far tornare la gente in piazza, come ai tempi di Zucchero e dei Lùnapop quando Emilio Floris parlava di «centomila persone» e la questura ne certificava meno della metà. Tanti, comunque. Il cantautore romano, è confermato, sarà sul palco dalle 22,45 e non dopo mezzanotte come annunciato in un primo momento. Pochi minuti prima della fine del 2009 Baglioni interromperà il concerto, brinderà con il pubblico e lascerà spazio ai fuochi d’artificio sparati a ritmo di musica da un pontile mobile. Riprenderà a suonare un quarto d’ora dopo per un’altra mezz’ora. Poi, all’una meno un quarto salirà sul palco l’Orchestra di Piazza Vittorio, l’ensemble di 16 musicisti provenienti da undici paesi.

PIAZZA SAVOIA E se in via Roma ci sarà l’evento clou, in altri due spazi del centro storico sono in programma manifestazioni parallele: in piazza Savoia, dalle 22 a poco prima di mezzanotte, suoneranno i Zaman, band afro-sarda formata da artisti sardi e senegalesi. Dopo il brindisi si ballerà con dj Solla e dj Nick.

PIAZZA SANTA CROCE Spazio a due cover band sarde in piazza Santa Croce: alle 22 esibizione dei Rappertorio, dalle 23,30 alle due i collaudati Non soul funky. A seguire musica con Dj Alex. Dal programma, ufficializzato ieri mattina nel corso di una conferenza stampa dagli assessori al Turismo Gianni Giagoni e alla Viabilità Maurizio Onorato, dai consiglieri della commissione turismo Lino Bistrussu e Aurelio Lai, da Ada Lai (capo area Servizi al cittadino) e da Delogu, emerge una novità: non ci sarà il coprifuoco alle 2, come temevano gli organizzatori, ma si potrà andare avanti. L’unico divieto confermato è quello di asportazione di bevande alcoliche per tutta la serata.

I COSTI “Medi.terra, festival di teatro, musica e danza del Mediterraneo” costerà al Comune 200 mila euro. Per la copertura dei costi è probabile un contributo da parte di Sardegna turismo e il supporto di sponsor privati.

TURISTI Il sito visit-cagliari.it negli ultimi 20 giorni ha registrato 90 mila contatti. Ma non si può pensare che il tour effettuato tra novembre e dicembre da Gianfranco De Francisci (Event group) a Madrid e Barcellona, Parigi, Londra, Monaco e Stoccarda per promuovere le manifestazioni abbia prodotto frutti immediati. Troppo tardi. «Per attirare flussi turistici», spiega il promoter, «occorre promuovere con largo anticipo gli eventi alle fiere e organizzare promozioni nelle piazze delle città e nei circoli degli emigrati».

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Un sito per “Domani 21/04.2009″

Fonte: “ItNews

Roma, 6 mag. (Adnkronos) – Il ‘Domani’ per l’Abruzzo e’ gia’ visibile. Il video del brano “Domani 21.04.09″, gia’ ribattezzato il ‘We are the world’ italiano, perche’ i proventi delle vendite serviranno a sostenere gli interenti di ricostruzione, consolidamente e restauro del Conservatorio “Alfredo Casella” e della sede del Teatro Stabile d’Abruzzo dell’Aquila, e’ gia’ visibile su internet, sul sito appositamente creato (http://www.domani21aprile2009.it). Nel brano sfilano le immagini delle piu’ grandi star della musica italiana che si alternano anche al microfono, dividendosi strofe e incisi. L’incipit e’ per Ligabue e seguono in un montaggio sonoro e visivo molto serrato: Tiziano Ferro, Enrico Ruggeri, Gianni Morandi, Franco Battiato, Massimo Ranieri, Max Pezzali, Eugenio Finardi, Zucchero, Cesare Cremonini, Carmen Consoli, Mauro Pagani, Francesco Renga, Roberto Vecchioni , Giuliano Palma, Elio e Le Storie Tese, Vittorio Cosma, Jovanotti, Caprezza, Frankie HiNrg, Gianluca Grignani, Giuliano Sangiorgi, Claudio Baglioni, Ron, Luca Carboni, Baustelle, Samuele Bersani, Antonella Ruggiero, Alioscia, Pacifico, Mango, Bluvertigo, Nek, Antonello Venditti, Albano, Marracash, Laura Pausini, J Ax, Fabri Fibra, Sud Sound System, Giorgia, Giusy Ferreri, Dolcenera, Mario venuti, Piero Pelu’, Morgan, Roy paci, Gianna Nannini, Elisa, Manuel Agnelli degli Afterhours, Mango, Niccolo’ Fabi, Tricarico, Negrita, Malika Ayane e Saturnino. Nel finale la parole torna a Jovanotti che e’ stato l’ideatore dell’operazione, promossa poi insieme a Giuliano Sangiorgi dei Negramaro e a Mauro Pagani, che l’autore del brano.

Miracolo Abruzzo, le star italiane ora cantano insieme

Fonte: “Il Secolo XIX

di Tiziana Leone

A scorrere la lista dei nomi si fa fatica a trovare gli assenti: 56 artisti della musica italiana hanno accettato l’invito di Mauro Pagani, Lorenzo Jovanotti e Giuliano Sangiorgi dei Negramaro per cantare tutti insieme, in un solo giorno, senza registrazioni a distanza con l’aiuto del computer, il brano “Domani”, per raccogliere fondi per l’Abruzzo. Una canzone che riesce a unire, incredibilmente, il rap di J Ax e Fabri Fibra agli acuti di Al Bano, il tono basso di Franco Battiato a quello alto di Piero Pelù. Senza barriere fra musica tradizionale e underground, i 56 artisti fra i quali Zucchero, Giorgia, Laura Pausini, Antonello Venditti, Claudio Baglioni, Ligabue, Gianna Nannini, Massimo Ranieri, Antonella Ruggiero, Eugenio Finardi, Gianni Morandi, Tiziano Ferro, Elisa, Carmen Consoli, Cesare Cremonini, Luca Carboni, si sono ritrovati tutti insieme, il 21 aprile, negli studi di registrazione milanesi di Pagani, autore del brano, per cantare quello che vuole essere un inno alla rinascita o, per dirla con Lorenzo Cherubini, «una bella storia che nasce dal dolore». Il brano s’intitola “Domani 21/04.2009”, giorno in cui gli artisti si sono riuniti per incidere, è in onda su tutte le radio da ieri notte alle 3.30, a un mese esatto dal sisma, negli store digitali arriverà venerdì, mentre il cd sarà nei negozi dal 15 maggio.

«Questo disco è un miracolo reso possibile dall’urgenza: le telefonate sono partite il venerdì e il martedì eravamo già tutti in studio a registrare, c’era praticamente l’arco costituzionale storico della musica italiana» sorride Jovanotti «così tanti artisti nello stesso posto non si erano mai visti, perché la prima regola è stata quella del dover esserci tutti. In quel giorno, persone che non si parlavano, si sono riviste dopo anni, sembrava quasi di essere alle assemblee di istituto scolastiche».

Ma non è stato facile per Pagani, Jovanotti e Giuliano Sangiorgi riuscire ad assegnare a ciascuno dei cantanti il loro pezzetto di brano. Solo le parti rap sono state scritte dagli stessi rapper. «A un certo punto» confessa Jovanotti «avevamo più parole che cantanti». Ma nessuna bizza, nessuna scena da prima donna, tutti gli artisti si sono messi in fila, a ciascuno il proprio turno, a chi una frase, a chi soltanto una parola. «È la dimostrazione di quanto ciascuno sia stato disponibile» aggiunge Pagani «abbiamo cercato di far cantare a ciascuno non più di cinque righe, ma a qualcuno ne sono andate di più, ad altri appena qualche parola». I soldi del ricavato serviranno per ricostruire il Conservatorio Alfredo Casella e la sede del teatro Stabile d’Abruzzo dell’Aquila. «Tutti, dai cantanti, ai musicisti, ai produttori, ai montatori, agli uffici stampa hanno lavorato a titolo completamente gratuito» ricorda Jovanotti «la discografia ha lavorato più per questa canzone di quando fanno i propri album. A volte la beneficenza legittima l’incuria, ma proprio perché chiediamo denaro al pubblico era necessario che questa fosse una gran bella canzone. Abbiamo curato ogni cosa nei minimi dettagli. Il nostro obiettivo è quello di riuscire a vendere un milione di copie: è una sfida che lancio, sarebbe un bel segnale».

Questa canzone sarà solo l’inizio di un impegno che dovrà durare nel tempo, «perché dopo 30 anni» ricorda Pagani «c’è ancora gente che vive nei container». Al disco seguirà un libro fotografico, con gli scatti realizzati durante la registrazione del brano, mentre lo scrittore Paolo Giordano è già al lavoro per trarre un racconto da quella storica giornata. «Di concerti per ora non ne prevediamo, magari in un prossimo futuro» ricorda Lorenzo. «La nostra è una cosa piccola, ma capace di produrre effetti» conclude Sangiorgi.

tizianaleone@hotmail.com

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Ma piace davvero un Festival così?

Fonte: “Repubblica

di Gino Castaldo

SANREMO – A compensare l’ imprevista assenza di Phil Collins, la direzione ha pensato bene di sostituirlo con Angela Maria col suo gruppo di sombreri, tanto per esasperare sempre di più il tono folkloristico della carrellata finale del festival. Il clima plastificato e irreale della rassegna non aveva mai raggiunto tali abissi di vuoto. Sta di fatto che la breve, ma intensa, performance di Claudio Baglioni è sembrata un’ apparizione celeste. Abbiamo tutti provato lo shock di ascoltare un cantante che osava cantare dal vivo, addirittura variando il fin troppo conosciuto tema di Piccolo grande amore, con coraggio e tensione, senza paura di confrontarsi col gotha degli stranieri con tutte le certezze di look e playback. Questo dovrebbe far riflettere gli organizzatori del festival. Forse non ci vorrebbe molto a mettere in piedi qualcosa di appena appena più vivo. Ma a questo punto non si può nascondere il sospetto che agli organizzatori il Festival vada bene proprio così com’ è. Il festival di Sanremo è ormai un trampolino di lancio per i prodotti di Freddy Naggiar, padrone della piccola ma potentissima Baby records. Tutto è finalizzato a questo abile industriale di fronte al quale si inchinano grosse e potenti aziende discografiche. Come al solito sono stati massacrati i pochi buoni prodotti della rassegna: Eugenio Finardi (Vorrei svegliarti) e Mimmo Locasciulli (Buona fortuna) hanno dovuto contendersi a colpi di poche decine di voti lo scarto tra il 18 e 19 posto. Peggio ancora è andata a Zucchero con la sua graziosa, anche se copiata, Donne: un secco 21 posto. Poco meglio è andato il Banco, piazzando Grande Joe al 15 posto. Le poche sorprese, rispetto agli scontati piazzamenti di Ricchi e Poveri e Gigliola Cinquetti, sono ancora più scoraggianti, prima fra tutti l’ inquietante exploit del giovanissimo Luis Miguel (ma non sarà, come il giovane Harnold, un signore maturo con problemi di crescita?), e per certi versi anche il 6 posto di Eros Ramazzotti, che ora sembra voler rinverdire la fulgida tradizione romana di Claudio Villa. Tutti gli anni (ma non c’ è mai limite per peggiorare) ci si ritrova a domandarsi come sia possibile ottenere così poco, avendo a disposizione un potenziale enorme. E si sente in pieno la decadenza di questa tanto osannata rinascita sanremese, salutata con gioia da un’ industria che ne aveva un disperato bisogno. In realtà, i contenuti artistici decrescono in modo inversamente proporzionale all’ attesa che si crea intorno alla manifestazione. Peggio ancora per la sezione giovani, unica importante occasione rimasta in Italia per poter far emergere dei nuovi talenti: ma se la nuova stella della nostra canzone deve essere Cinzia Corrado, vuol dire che c’ è qualcosa che non funziona. L’ alibi è sempre lo stesso: i 20 milioni di telespettatori. Peccato che le cifre non riportino anche i commenti di questo sterminato pubblico che ha seguito il festival.

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